Le radici di Libera in Campania affondano lontano nel tempo

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Per Maria Trotta

Libera è molto cresciuta in questi anni in Campania, grazie al lavoro costante ed intelligente di tanti generosi operatori. Un lavoro incessante con le scuole, sui beni confiscati, sui temi dell'informazione, della lotta alla corruzione, per una nuova economia sociale, vicina ai bisogni dei più deboli, come vuole don Luigi Ciotti.

Ma le radici di Libera in Campania affondano lontano nel tempo...E la memoria ha un senso ed un significato generale, che, attenta innanzitutto e soprattutto alle vittime innocenti di criminalità, non può trascurare i pionieri di quell'impresa per la verità e la giustizia che riempie di contenuto quella semplice parola che ha dato il nome ad un'organizzazione sempre più forte, sempre più diffusa, sempre più oggetto anche di ingenerosi attacchi, di interpretazioni sbagliate, ma che ha rappresentato e rappresenta un baluardo contro le mafie ed ogni forma di violenza e di corruzione.

Libera fu chiamata così nel marzo del 1995. Un sostantivo, un nome proprio, un aggettivo, un verbo all'imperativo.

Maria Trotta fu subito della partita, grazie alla sua attività professionale, alla sua passione, alla sua determinazione, alla sua intelligenza, al suo vero amore.

Professoressa severa ed amata, animatrice di mille iniziative. Fondatrice della LUSSS, iscritta a Libera, Libera Università di Studi Storici e Sociali. Una donna meravigliosa, accompagnata e sostenuta dal generosissimo Nicola Pisani, con le sue due figlie ora a Verona, ora a Sapri. Sapri, Sapri, Sapri, leggendario sito di un'eroica e temeraria impresa di ribellione e di riscatto. Ma sappiamo che non basta la ribellione, ci vuole organizzazione, tenacia, umiltà, lavoro in profondità.

Ma io alleggerivo la cosa. Al mito della Spigolatrice affiancavo il suo più moderno. E lei sorrideva quando la chiamavo la "Sfruculiatrice" di Sapri. Chiamava ogni momento, per proporre nuove iniziative, per protestare per qualcosa, per "imporre" con delicata e caparbia determinazione i suoi tempi e le sue iniziative. Ma era capace di ammaliare, conquistare, convincere, sapendo di avere sempre ragione. Non so tutto della sua molteplice attività. So per certo delle sue presentazioni di libri e conferenze, alle quali hanno preso parte tanti magistrati, da Giancarlo Caselli a Gherardo Colombo, tanti giornalisti, di cui mi chiedeva insistentemente riferimenti, imponendomi di chiamarli a mia volta per i suoi colti e partecipati appuntamenti. Tra tanti, naturalmente Gigi Di Fiore, con la sua prima edizione di "La camorra e le sue storie". Ricordo di essere andato insieme con Francesco Forgione, allora presidente della Commissione Parlamentare antimafia, con cui collaboravo, per discutere di "Mafia Export". E poi, di rito, a cena con lei e Nicola, per altre interminabili discussioni.

Ma Maria rimane soprattutto nel nostro cuore per la sua generosità e per la sua tenacia. È l'emblema di una donna forte e decisa, battagliera garante di giustizia e verità, pronta a protestare per qualunque anche piccola ingiustizia o cattiveria. Non solo Sapri, ma la Campania intera dovrebbero esserle riconoscenti ed imparare da lei, assorbire la sua energia e la sua vocazione. Colpita da un ictus che la paralizzò in parte, riprese subito ad organizzare tutte le sue attività, dando ordini a destra e sinistra, a cominciare dal fedele, paziente, amato Nicola. Non si arrabbiava quando noi, più estranei, non riuscivamo sempre a capirla bene e lei, anche al telefono, ripeteva lentamente, ripeteva e faceva capire fortemente la sua volontà.

Un esempio ed una forza della natura. Non riusciremo mai adeguatamente a renderle onore a quella "Sfruculiatrice" lì. Ma semplicemente siamo orgogliosi di averla conosciuta e voluta bene, ricambiati.

Geppino Fiorenza